L’Atlante è una rivista on-line di approfondimento bilingue che tratta storie poco conosciute raccogliendo direttamente il materiale sul campo. Il gruppo redazionale riunisce giornalisti, professionisti del mondo della comunicazione e ricercatori universitari accomunati dalla voglia di utilizzare le fonti dirette e l’esperienza in loco per produrre contenuti transmediali coinvolgenti e di alta qualità.
Siamo convinti che ci sia ancora una grande necessità di media seri e affidabili, ma che questa serietà non vada ostinatamente cercata nelle forme tradizionali del giornalismo. La sperimentazione di nuove forme espressive e le contaminazioni tra linguaggi sono un valore aggiunto sul quale intendiamo costruire il nostro modo di raccontare.
Non disdegniamo le opinioni parziali, convinti che, anche nell’epoca delle “fake news”, non si debba adeguarsi forzatamente alla polarizzazione tra vero e falso. Ciononostante, le storie che raccontiamo sono tutte vere, nel senso che non sono artefatte per fare sensazione, ma possono veicolare anche un punto di vista non universale.
Per arrivare a questo risultato ambizioso abbiamo scelto la via di una rivista internazionale con poche sezioni ma approfondite in modo tematico. Poche rubriche che trattino un tema in modo esaustivo, accattivante e coinvolgente al fine di creare una comunità di lettori affezionati e partecipi e di costruire nella pratica un’agorà culturale di primo piano. In questo periodo di lancio le sezioni saranno sei: 1)Mappe: in questa sezione, più giornalistica, ci concentriamo sia sulla narrazione delle storie dei singoli sia su quelle dei popoli, dalle avventure disperate alle guerre, dalla geopolitica alle vite straordinarie, dai racconti verosimili alle ricostruzioni storiche; 2)Forme: nella quale ci soffermiamo sulle ricadute sociali delle attività culturali e, viceversa, sulle espressioni artistiche frutto di specifiche realtà sociali, c’è l’aspetto sacrale dell’arte fruita sotto forma di rappresentazione, c’è l’uomo davanti all’uomo; qui, inoltre, particolare importanza è assegnata al teatro in quanto intendiamo intavolare una riflessione su come le arti performative hanno influenzato la società e sui cosiddetti “templi della cultura” che stanno diventando sempre più spazi isolati; 3)Segni: crediamo che sia molto importante occuparsi di psicologia in modo serio, al fine di arricchire ogni argomento trattato con un approfondimento legato a questa materia, le correnti di pensiero, i meccanismi più singolari dei comportamenti e dei ragionamenti umani, come il pensiero del singolo e della massa si intrecciano e divergono, quanto il presente influisce sulle azioni; 4)Immagini: in cui si approfondisce il tema della fotografia come sintesi narrativa dei nostri tempi e si tratta dei diversi tipi di fotografia attraverso la selezione di percorsi tematici per stimolare il confronto con i lettori sul concetto di realtà e di mistificazione e legare l’evoluzione dell’immagine all’evoluzione della società; 5) Tracce: nella quale ci occuperemo di attualità cercando di selezionare per i nostri lettori le notizie più interessanti: 6)Impressioni: ovvero lo spazio riservato ai fatti di costume, allo sport, alle tendenze più insolite, ai risvolti più interessanti delle ultime notizie.
Il nostro impegno fin da subito è quello di creare un leit motiv che unisca i contenuti della rivista in modo da ricalcare, anche nell’attuale forma telematica, la struttura editoriale delle grandi pubblicazioni cartacee alle quali ci ispiriamo. Ogni “uscita” sarà tematica, ovvero tratterà un argomento secondo i differenti punti di vista presenti nelle sezioni del sito.
Per ora, in questo primo embrione di gruppo redazionale abbiamo italiani, armeni, francesi, spagnoli, portoghesi d’adozione, inglesi, australiani ed espatriati vari che si occupano sia dei contenuti, sia della ricerca. L’obiettivo a lungo termine è quello di espanderci e pubblicare in altre lingue, ma per ora ci siamo concentrati sull’italiano e l’inglese.
Siamo una realtà in costituzione, molte cose cambieranno nei prossimi mesi e puntiamo ad affermarci come voce indipendente e libera nel panorama mediatico italiano e internazionale. Per questo siamo aperti a proposte e collaborazioni, purché in linea con la nostra linea editoriale e con degli standard qualitativi imprescindibili. Crediamo che il lavoro vada pagato e ci impegniamo a fare il massimo che i nostri mezzi ci permettono.
Prima di concludere e fare un breve accenno alle due tematiche principali sulle quali stiamo lavorando al momento, ti invitiamo a seguirci sui nostri canali Facebook e Instagram dove siamo presenti come “atlante.editoriale” e a iniziare a frequentare il nostro sito: “www.atlanteditoriale.com”
Chiudiamo raccontando i primi due grandi filoni di indagine sui quali ci stiamo soffermando
- Un reportage dall’est Europa tra totalitarismo e ingerenze straniere. Una troupe di inviati de L’Atlante è partita per realizzare un reportage transmediale su quella parte di continente che sui media Occidentali è spesso rappresentata soltanto come un agglomerato di rottami dell’era sovietica che sta virando verso il nazionalismo e il totalitarismo. La prima indagine ha dato vita al reportage Ungheria21: oltre un mese di interviste e raccolta dati sul campo, 8000 km percorsi tra i principali centri urbani e le campagne, centinaia di interviste e testimonianze dirette, contributi di ricercatori universitari, politici dei principali partiti nazionali, attivisti e giornalisti. Un caleidoscopio di voci che guida la narrazione di questo ritratto approfondito e inedito dell’Ungheria di Viktor Orbán. Saranno presenti gli autori per discuterne con il pubblico.
- Un’indagine sullo stato della cultura e dell’arte nel periodo post-pandemico. Mediante interviste a registi, attori, lavoratori dello spettacolo, direttori di musei, politici e amministratori vogliamo delineare chiaramente la tanto temuta “crisi della cultura”. Abbiamo scelto di verificare approfonditamente se davvero la recente pandemia, e le misure di contrasto adottate, abbiano dato il colpo di grazia a un settore già vessato da anni o se, come crediamo, si tratta invece di una crisi più generale, che affonda le radici nelle riforme degli ultimi anni e nello scarso interesse della politica verso le istituzioni culturali e artistiche.
PS Chiudiamo davvero con il grido dei marinai che nei tempi antichi salpavano urlando: “Alla via!”
Redazione