“La stranezza”, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, è l’ultima fatica cinematografica di Roberto Andò. Il film narra le origini mitiche dietro alla scrittura dell’opera “Sei personaggi in cerca d’autore” del drammaturgo premio Nobel Luigi Pirandello.
L’opera è ovviamente ambientata nella Sicilia degli anni 20, in particolar modo ad Agrigento, dove Pirandello, colpito dal blocco dello scrittore, si imbatte per caso in due becchini locali che hanno la passione per il teatro. Quest’incontro risulta fondamentale per Pirandello, poiché grazie ai due e ad una loro confusa rappresentazione drammatica nel piccolo teatro locale lo scrittore siciliano riesce ad ottenere l’ispirazione fondamentale per completare la sua opera.
Il modo in cui Andò mette in scena gli avvenimenti della narrazione denota da parte sua grande maestria: il linguaggio usato, a metà tra la rappresentazione teatrale e la regia cinematografica, impreziosisce il film. Inoltre, l’ambiguità di fondo e il costante contrasto tra realtà e assurdità che permeano il film fuoriescono alla grande da tale opera proprio grazie alla capacità del regista palermitano, che figura anche come sceneggiatore (insieme a Ugo Chiti e Massimo Gaudioso).
La fotografia, curata da Maurizio Calvesi, rende alla grande di commistione tra cinema e teatro e si pone in continuità con l’ibrida regia di Andò.
Il trio protagonista è interpretato in maniera ottima da un’inedita squadra mai apparsa insieme sul grande schermo; Pirandello è interpretato da un Toni Servillo in grande spolvero, il quale è in grado di restituire allo spettatore tutti i tormenti interiori dello scrittore. La coppia di becchini invece è interpretata alla perfezione dal duo comico siciliano Ficarra e Picone. Questi ultimi sono proprio uno dei punti forti del film: le loro interpretazioni divertono il pubblico sin dal primo momento che entrano in scena.
In aggiunta a ciò, il cast di comprimari, composto per la maggior parte da grandi attori teatrali, è di tutto rispetto e va obbligatoriamente citata la partecipazione di Luigi Lo Cascio.
Per concludere, “La Stranezza” è un film divertente e intelligente che intrattiene il pubblico sin dal primo momento senza cali o brusche perdite di ritmo e che grazie a tutti gli elementi descritti sopra si candida ad essere una delle migliori produzioni italiane dell’anno.
Sebastian Angieri