Presentato nella sezione “Doc higlights” del Festival dei Popoli, “The Cathedral” è il primo lungometraggio diretto dal regista sloveno Denis Dobrovoda. Quest’opera narra la storia particolare di Justo Gallego, un uomo spagnolo che ha dedicato tutta la sua vita a costruire una cattedrale con materiali di scarto, da solo e senza alcuna nozione di architettura o di costruzioni in generale.
Sebbene l’inizio dei lavori per la cattedrale inizi nel 1961, il documentario mostra immagini che vanno dal 1991 fino al 2021, anno in cui Justo Gallego è morto.
La vicenda narrata in questo film potrebbe essere descritta con due concetti: ossessione e follia. “Ossessione” poiché nei trent’anni in cui si snoda il documentario (ma più in generale nei sessanta di lavori) il protagonista non ha mai perso la spinta e la carica che lo hanno portato ad iniziare la sua opera architettonica, andando ostinatamente contro i suoi paesani, contro la fama indesiderata ottenuta intorno agli anni 2000 e persino contro la legge, dato che Justo ha iniziato a costruire ed è morto senza aver mai ottenuto alcuna autorizzazione per l’edificio. “Follia” poiché l’intera storia è incredibile e sembra uscita direttamente da un film di Herzog: un uomo solo, con un’idea strampalata che di fatto persegue fino alla sua morte.
La bellezza, o meglio l’elemento che colpisce e resta impresso della storia narrata sta proprio nella peculiarità e nell’assurdità di tale storia, la quale però, rappresentata e raccontata in quel modo, diventa veicolo per un messaggio universale: dove può arrivare un uomo pronto a sacrificare tutto per perseguire un sogno? Tale bivalenza rappresenta il fondamento sul quale si basa la narrazione del regista sloveno.
Justo Callegas ci viene mostrato come un uomo intransigente, burbero, e anche particolarmente schivo ma al tempo stesso brillante ed estremamente intraprendente. Il modo in cui costruisce le colonne, i sostegni per la cupola e le decorazioni è in qualche modo ispirante. Più in generale le sequenze che mostrano i lavori che l’uomo compie di persona, girati anche in modo piuttosto grezzo, colgono appieno l’essenza di quello che di fatto è stato per tutta la vita un sognatore.
Nell’ultima sezione del film, quella che precede di poco la morte, si nota ancora come l’unica cosa a cui quell’uomo riesca a pensare sia proprio la cattedrale. Si adopera infatti per far sì che l’edificio venga concluso, posto in sicurezza e che soprattutto un giorno possa essere celebrata una messa al suo interno.
In conclusione “The Cathedral” è un interessantissimo documentario che si serve alla perfezione di una storia personale per raccontare un concetto universale e senza dubbio merita di essere visto.
Sebastian Angieri