Qualche giorno fa l’ex premier olandese Andreas Antonius Maria van Agt e sua moglie Eugenie hanno scelto di morire per eutanasia. Se ne sono andati insieme, mano nella mano, all’età di 93 anni.
Il fatto che un noto ex politico, per di più cattolico, abbia scelto la strada dell’eutanasia ha riacceso la miccia del dibattito: è giusto legalizzare l’eutanasia oppure no?
La posizione dei cattolici
Per i cattolici l’eutanasia è una pratica inaccettabile. Nel 2022 Papa Francesco disse: “Non possiamo evitare la morte, e proprio per questo, dopo aver fatto tutto quanto è umanamente possibile per curare la persona malata, risulta immorale l’accanimento terapeutico“.
Le sue posizioni, però, restano contrarie all’eutanasia. Nel 2019 dichiarò: “La pratica dell’eutanasia, divenuta legale già in diversi Stati, solo apparentemente si propone di incentivare la libertà personale; in realtà essa si basa su una visione utilitaristica della persona, la quale diventa inutile o può essere equiparata a un costo, se dal punto di vista medico non ha speranze di miglioramento o non può evitare il dolore“.
Fondamentale, invece, è per il Papa “l’impegno nell’accompagnare il malato e i suoi cari in tutte le fasi del decorso, tentando di alleviarne le sofferenze mediante la palliazione, oppure offrendo un ambiente familiare negli hospice“.
Eutanasia, la situazione in Olanda
In Olanda, l’eutanasia è legale dal 2002. Nel 2022, a 20 anni dalla sua legittimazione, a ricorrere alla “dolce morte” sono state 8.720 persone, il 5,1% di tutti i decessi rilevati nel Paese. Dal 2005 è legale anche per neonati fino ad un anno e ragazzi dai 12 anni in su, anche se nel 2022 c’è stato un solo caso.
Attualmente, si sta valutando di estendere il diritto all’eutanasia anche ai bambini che soffrono “senza speranza e in modo insopportabile”. È al vaglio anche la possibilità di un emendamento che consenta di ricorrere all’eutanasia non solo in caso di malattia.
Ad avanzare per primo questa proposta fu, già nel 1991, il Giudice della Corte Suprema Huibert Drion, che proponeva di dare questa possibilità solo alle persone di età superiore ai 75 anni. Uno scenario che ricorda alla lontana quello che si sta configurando in Giappone, che abbiamo raccontato qui.
Il Belgio e il resto dell’Europa
Se c’è un modello che l’Olanda intende seguire, questo è proprio quello del vicino Belgio: qui l’eutanasia di minori di tutte le età è legalizzata dal 2014. A patto che siano “in grado di discernere”. Tra le persone che qui hanno trovato la dolce morte per scelta nel 2022 c’è anche Shanti De Corte, 23enne che soffriva di depressione dopo aver visto morire alcuni compagni di scuola nella strage di Bruxelles del 2016.
Gli altri Paesi europei in cui è contemplata per legge la possibilità di interrompere la propria vita in questa modalità sono Lussenburgo (dal 2009), Spagna (2021) e Portogallo (dal 2023).
Eutanasia, la situazione in Italia
L’Italia, dal canto suo, ha rinviato una decisione in materia alla fine del 2024: la questione, nel nostro Paese, resta estremamente controversa e rientra nella cosiddetta “legge sul fine vita”.
Di tale legge non si hanno notizie da tempo. A marzo 2022 la Camera approvò il testo, con moltissime modifiche rispetto all’originale. Riconosceva comunque il suicidio medicalmente assistito, equiparato alla morte naturale.
Dal 31 gennaio 2018 è in vigore la legge n.219/2017 che riguarda anche i diritti della persona nelle decisioni del fine vita. L’art. 1 “tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona e stabilisce che nessun trattamento sanitario può essere iniziato o proseguito se privo del consenso libero e informato della persona interessata“.
Nell’articolo 2, Terapia del dolore, divieto di ostinazione irragionevole nelle cure e dignità nella fase finale della vita, è specificato che “il medico, avvalendosi di mezzi appropriati allo stato del paziente, deve adoperarsi per alleviarne le sofferenze”. Anche se il rimedio indicato, in questo caso, sono le cure palliative anti-dolore.
Nel 2021 l’Associazione Luca Coscioni lanciò l’idea di un referendum per rendere legale l’eutanasia. Comunque, ad oggi, in Italia l’eutanasia costituisce reato e rientra nelle ipotesi punibili dall’articolo 579 (alla voce Omicidio del consenziente) o dall’articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale.
Il suicidio assistito
Diverso, invece, è il caso del suicidio assistito (in alcuni casi). Ciò che differenzia il suicidio assistito dall’eutanasia è la mancanza dell’intervento diretto di un medico.
In questo frangente, l’attuale situazione è caotica: le Regioni sono sempre più chiamate a legiferare in modo indipendente sulla questione.
Al momento sono due le regioni italiane che stanno riflettendo attivamente sul tema.
A gennaio in Veneto si è discussa una proposta di legge, Liberi Subito, mirata alla regolamentazione di questa pratica. La proposta, nata su iniziativa popolare, è stata rinviata in commissione, e pare che abbia scarse possibilità di essere riesaminata.
Il dibattito è in corso anche in Emilia Romagna, regione nella quale è stata emanata una delibera per ottenere il suicidio assistito entro 42 giorni dalla presentazione della domanda. La proposta di legge viene dall’Associazione Luca Coscioni ed è da poco arrivata in Consiglio Regionale.
Giulia Bucelli