Kharkiv nella morsa dei missili russi piange i suoi morti ma il fronte tiene

Kharkiv nella morsa dei missili russi piange i suoi morti ma il fronte tiene

Boschi intorno a Kharkiv in fiamme, maggio 2024, ph Sabato Angieri
Boschi intorno a Kharkiv in fiamme, maggio 2024, ph Sabato Angieri

Oggi è il secondo giorno di lutto cittadino a Kharkiv in meno di una settimana. Anche se lo Stato maggiore ucraino ha dichiarato che «la situazione nella regione di Kharkiv è stata stabilizzata», nel capoluogo l’allerta resta massima. Sui canali Telegram cittadini ci si scambia informazioni sugli allarmi antiaerei e i luoghi degli attacchi, circolano i calendari con le fasce orarie in cui nei vari quartieri sarà interrotta la fornitura elettrica. Da due settimane gli allarmi non vengono più ignorati perché l’artiglieria russa colpisce spesso e con durezza. Molti palazzi sono vuoti e al posto dei residenti si possono vedere operai intenti a montare tavole di compensato sulle finestre rotte. In centro diversi supermercati  hanno chiuso, ma in quelli aperti si trova ancora quasi tutto, segno del fatto che la cittadinanza per ora non teme un’offensiva che tagli le vie di comunicazione con il resto del territorio ucraino.

Il fine settimana è stato terribile per Kharkiv. Fin dalle prime ore della notte tra venerdì e sabato l’artiglieria russa si è concentrata sulla città con particolare violenza, ma è nel pomeriggio che si sono verificati gli eventi peggiori: 3 attacchi che hanno provocato almeno 16 morti e decine di feriti. Quando sono suonate le sirene, intorno alle 16 locali, rientravamo in città dalle zone di campagna più a est, dove gli ucraini stanno attualmente fortificando le linee difensive. Tuttavia, a differenza del solito, il boato stavolta è stato particolarmente fragoroso e persino i vetri dei palazzi intorno all’auto hanno tremato, segno del fatto che l’esplosione era stata molto potente. Poco dopo si è iniziato a vedere un leggero fumo grigio, poi sempre più denso e sempre più nero che s alzava in cielo e copriva parte dell’orizzonte cittadino. Alla base dell’incendio il centro commerciale Epicenter. I primi due cadaveri a terra erano già stati coperti con i teli isotermici, ma fin da subito si è parlato di molti dispersi e feriti gravi. Contemporaneamente un missile ha colpito il Parco centrale di Kharkiv, ma la testata non è esplosa e non ci sono stati danni. E solo un’ora più tardi, nei pressi del Parco centrale un altro missile russo ha colpito delle attività commerciali e un palazzo residenziale. La strada era completamente ricoperta dai vetri delle finestre e da detriti vari. Alcune anziane si stavano facendo medicare nelle ambulanze e i pompieri stavano mettendo in sicurezza l’area. Qui però non si sono registrate vittime.

 

Il centro commerciale Epicentr di Kharkiv colpito sabato dai missili russi, ph Sabato Angieri

I pompieri di Kharkiv hanno continuato per tutta la giornata di domenica e a scavare tra le macerie dell’Epicenter. Finora il bilancio aggiornato è di 14 morti e 44 feriti. Quest’attacco, giunto a soli 2 giorni da quello alla tipografia nel sud della città ha fatto capire anche in Occidente che il pericolo per la seconda città dell’Ucraina è tutt’altro che scampato. Sebbene non vedremo a breve i militari russi marciare verso Kharkiv o tentare di cingerla d’assedio, come molti temevano due settimane fa, la situazione in città resta drammatica. Tanto da essere diventata ormai protagonista di tutti i messaggi serali alla nazione del presidente Zelensky e nei messaggi sui social di tutti i suoi ministri. Per il governo centrale questi attacchi sono da imputare sia alla mancanza di un’adeguata difesa aerea sia al divieto dell’Occidente di utilizzare le armi fornite all’Ucraina per colpire obiettivi all’interno del territorio russo.

Ma se a Kharkiv il rischio principale è quello di trovarsi vicino a uno degli obiettivi russi, come le 7 vittime della tipografia colpita giovedì, in diverse zone della regione si combatte senza sosta. Venerdì il presidente Zelensky è venuto in visita qui per commemorare i morti e ribadire che «è il momento di essere uniti». Secondo alcune indiscrezioni, tuttavia, la vera natura della sua visita sarebbe stata quella di impartire nuovi ordini. Per il presidente Vovchansk e Lyptsi, i due centri dove si combatte più duramente, devono essere tenute a tutti i costi almeno fino alla Conferenza di pace in Svizzera prevista per il 15 e il 16 giugno prossimi in modo da non dare agli alleati l’impressione che l’Ucraina sia sull’orlo del collasso militare.

 

La strada per Vovchansk, ph Sabato Angieri

 

Ma, nonostante ora si parli principalmente dei pericoli per Kharkiv e di diplomazia, il pericolo alla frontiera con la Russia è tutt’altro che svanito. A Vochansk e a Lyptsi si continua a combattere duramente e i soldati ucraini stanno tentando delle sortite per guadagnare posizioni di difesa migliori, finora con scarso successo. Anche se la manovra russa non si è risolta in uno sfondamento delle linee nemiche, l’esercito di Mosca è sempre in superiorità numerica e tecnica rispetto a quello dei difensori. Il che complica il compito dei soldati ucraini e rende l’equilibrio intorno a Kharkiv davvero precario.

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