Dengue, il virus che preoccupa l’Europa

Dengue, il virus che preoccupa l’Europa

Il virus dengue (DENV) è tornato prepotentemente sotto i riflettori della sanità globale. Questo patogeno, trasmesso all’uomo attraverso la puntura di zanzare infette del genere Aedes, (nota anche come zanzara tigre), sta causando una vera e propria emergenza sanitaria. Nel 2023, i casi di dengue sono esplosi, con oltre 6 milioni di persone infettate e più di 6.000 morti in 92 paesi e territori del mondo.

La malattia ha, in realtà, una storia millenaria. Già nel 992 d.C., un’enciclopedia medica cinese descriveva sintomi compatibili con questa infezione, riferendosi ad essa come “veleno dell’acqua” associato a insetti volanti.

L’origine della principale zanzara vettore, Aedes aegypti, è discussa tra Africa e Asia, ma è certo che nel 1800 era già diffusa in tutte le città costiere tropicali del mondo grazie alle navi da trasporto.

La distribuzione geografica del virus

La situazione è particolarmente critica nelle Americhe, dove si registrano continue e gravi epidemie dovute alla circolazione di tutti e quattro i sierotipi (sottospecie) del virus. Brasile e Argentina sono tra i paesi più colpiti, con decine di migliaia di infezioni documentate già nei primi mesi del 2024.

Nel 2024, l’Europa continentale ha segnalato numerosi casi importati di dengue da aree endemiche, tra cui Germania, Italia e Francia. Tuttavia, fortunatamente, non sono stati riportati casi autoctoni fino ad ora.

A Saint-Martin, la circolazione della dengue continua, ma a livelli più bassi, con solo casi sporadici segnalati. In Guyana francese, i casi hanno mostrato una diminuzione nelle ultime settimane dopo un picco registrato a gennaio 2024.

Fino al 16 giugno 2024, a La Reunion sono stati segnalati 1.180 casi di dengue, con una circolazione del virus a livelli più elevati rispetto al 2023. Tuttavia, nelle ultime quattro settimane si è osservata una tendenza al ribasso.

 

Distribuzione geografica dei casi di dengue segnalati in tutto il mondo
© Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) 2024

Nel Sud-est asiatico e nel Pacifico occidentale, la circolazione della dengue rimane significativa, secondo i rapporti degli uffici regionali dell’OMS (SEARO e WPRO). In Africa, i dati del giugno 2024 mostrano un aumento dei casi nelle Maldive, con un totale di 1.234 casi segnalati fino a maggio. Al contrario, in Bangladesh, Sri Lanka e Thailandia i casi sono inferiori ai livelli osservati negli anni precedenti. In Vietnam, nonostante gli aumenti recenti, il numero totale di casi al 26 maggio era inferiore rispetto allo stesso periodo del 2023. In Malesia, dopo un incremento nei mesi precedenti, i casi sono ora in diminuzione, con un totale di 62.107 casi segnalati fino alla settimana 21, segnando un aumento del 34% rispetto allo stesso periodo del 2023.

In Africa, secondo il rapporto dell’Africa CDC (Africa Centres for Disease Control and Prevention) del 22 giugno 2024, quest’anno sono stati segnalati 44.956 casi di dengue in Burkina Faso, Camerun, Capo Verde, Ciad, Etiopia, Kenya, Mali, Mauritius, São Tomé e Príncipe, Senegal e Sudan.

Questa recrudescenza ha costretto le autorità italiane ad aumentare i livelli di vigilanza in porti e aeroporti, nel tentativo di arginare l’arrivo di nuovi casi sul nostro territorio.

Il virus dal punto di vista clinico

La dengue è una malattia complessa e ingannevole, con un ampio spettro di presentazioni cliniche che spesso sfuggono alla diagnosi corretta o vengono confuse con altre malattie tropicali febbrili. Dopo un periodo di incubazione, la maggior parte dei pazienti sviluppa una febbre improvvisa che dura tra i 2 e i 7 giorni, accompagnata da sintomi debilitanti come mialgia, artralgia, anoressia, mal di gola, mal di testa e un’eruzione cutanea maculare.

Molecola del virus Dengue (Denv) ©Microbiologia Italia

La dengue colpisce milioni di persone ogni anno, ma la maggior parte dei casi presenta sintomi lievi o addirittura assenti. Solo in casi rari, la dengue può diventare grave e potenzialmente letale.

La buona notizia è che la maggior parte delle persone affette sperimenta un decorso clinico autolimitante, senza evolvere verso forme più gravi come la febbre emorragica dengue (DHF) o la sindrome da shock dengue (DSS).

I vaccini disponibili in Italia e nel mondo

Attualmente sono due i vaccini contro la dengue approvati: Dengvaxia, sviluppato da Sanofi Pasteur  e Qdenga, creato da Takeda. Inoltre, un altro vaccino in fase avanzata di sviluppo è stato ideato presso il Laboratorio di Malattie Infettive degli Istituti Nazionali di Allergia e Malattie Infettive (NIAID) negli Stati Uniti.

È importante notare che il Qdenga non previene tutti i casi di dengue come riportato dalla World Health Organization (WHO).

Sempre stando alla World Health Organization la vaccinazione contro la dengue deve essere considerata come parte di una strategia integrata per il controllo della malattia, che comprende anche il controllo dei vettori, una gestione adeguata dei casi, l’educazione della comunità e il coinvolgimento della stessa.

In Italia, secondo l‘Istituto Superiore di Sanitá (ISS) QDENGA è l’unico vaccino contro la dengue la cui commercializzazione è stata autorizzata in Italia dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) a febbraio 2023, dopo l’autorizzazione da parte dell’EMA (European Medicines Agency) a dicembre 2022.

Il vaccino è già disponibile in alcune Regioni del nostro Paese nell’ambito della medicina dei viaggi. La schedula prevede due dosi a distanza di tre mesi e pertanto l’eventuale vaccinazione prima di un viaggio verso una zona endemica andrebbe programmata per tempo.

Il virus in Italia e le norme di prevenzione

In Italia, come nel resto d’Europa, la dengue è prevalentemente una malattia di importazione, associata a viaggi internazionali. Nel 2023, il nostro paese ha notificato 280 casi confermati di dengue importata, a fronte degli 82 casi autoctoni. Questa situazione richiede una maggiore consapevolezza del rischio, sia tra i viaggiatori diretti in aree endemiche sia tra gli operatori sanitari, che devono considerare la dengue nelle diagnosi anche in assenza di viaggi recenti in zone a rischio.

Sono 283 i casi di infezione confermata da virus Dengue segnalati all’ISS dall’inizio dell’anno all’8 luglio. Tutti i casi sono stati contratti durante viaggi all’estero (la maggior parte in Brasile e alle Maldive) e in seguito notificati in Italia. Nel primo semestre 2024 il numero di casi confermati da virus Dengue è aumentato di oltre 5 volte rispetto allo stesso periodo del 2023.

Un aumento coerente con la diffusione della trasmissione del virus negli ultimi anni a livello globale. Inoltre, dal 1 gennaio all’11 luglio 2024 al sistema di sorveglianza nazionale risultano: 4 casi confermati di Zika Virus (d’importazione); 5 casi confermati di Chikungunya (d’importazione); 20 casi confermati di infezione neuro-invasiva (autoctoni); 12 casi confermati di infezione neuro-invasiva da Toscana Virus (autoctoni).

La sorveglianza della dengue in Italia è attiva tutto l’anno, con un’intensificazione durante i mesi più caldi, dalla primavera all’autunno, quando l’attività delle zanzare vettori è maggiore. Il Piano Nazionale di Prevenzione, Sorveglianza e Risposta alle Arbovirosi del Ministero della Salute include attività di comunicazione, formazione, sorveglianza e prevenzione della trasmissione tramite sostanze biologiche di origine umana, oltre a strategie per il contrasto ai vettori.

La riduzione dell’esposizione ai vettori è attualmente il principale strumento preventivo contro la diffusione della dengue. Alcuni consigli utili includono l’uso di repellenti, indossare abiti protettivi, installare zanzariere alle finestre e soggiornare in ambienti climatizzati. È inoltre importante, come precisato dall’ISS, svuotare frequentemente i contenitori con acqua stagnante e coprire quelli inamovibili, cambiare spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali e svuotare le piscinette per bambini quando non sono utilizzate.

La comunità scientifica internazionale e le autorità sanitarie sono in allerta, ma la cooperazione globale e la consapevolezza pubblica sono essenziali per contenere questa minaccia e proteggere la salute di milioni di persone.

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