Oggi Atlas volge la propria attenzione a quanto accade in Sudan. I due schieramenti che si fronteggiano, principalmente nella capitale Khartoum, sono l’esercito regolare e le Forze di Supporto Rapido (RSF), un gruppo paramilitare in passato vicino all’esercito e oggi arrivato allo scontro con quest’ultimo. Le vicende odierne affondano le radici nella storia del Sudan degli ultimi 35 anni. Nel 1989 Omar Al-Bashir, colonnello dell’esercito, prese il potere con un colpo di stato, potere saldamente mantenuto fino al 2019. Il dittatore è stato il primo al mondo – il secondo è Vladimir Putin – ad essere condannato per crimini contro l’umanità mentre era ancora in carica. Il nuovo colpo di stato che lo ha spodestato è stato guidato dall’esercito, sotto l’egida di Abdel Fatah Al-Burhan, che ha guidato la transizione. Dopo due anni dall’aver ceduto il potere affinché si dispieegasse un processo democratico, Al-Burhan ha però ripreso il controllo del paese con un nuovo colpo di stato, con il supporto tra gli altri dell’RSF. La ragione degli scontri di questi giorni – che già avrebbero prodotto circa cento morti certificati, in una escalation di violenza che non sembra destinata a placarsi – è da ricercarsi quindi in un conflitto interno a questo nuovo assetto di potere, con l’RSF che esige ruoli di maggior rilievo nel governo e Al-Burhan che sbarra la strada a questa possibilità.
A cura di Sabato Angieri
Regia di Ciro Colonna