Il 12 febbraio, nel bosco di Manziana (Lazio) un uomo è stato aggredito e sbranato da tre rottweiler mentre faceva jogging.
La morte di Paolo Pasqualini, 39 anni, ha riaperto il dibattito sulla pericolosità degli animali, anche di quelli più abituati a convivere con l’uomo.
Il migliore amico dell’uomo è un assassino?
Nel caso di Pasqualini, ad aggredire l’uomo sono stati tre rottweiler di età adulta, due maschi e una femmina. L’autopsia sul suo corpo aiuterà a comprendere le dinamiche dell’aggressione, simili a quelle di un vero e proprio agguato.
Quella dei rottweiler è, da sempre, la razza più stigmatizzata quando si parla di attacchi all’uomo. Questa razza di cani è sempre stata sotto i riflettori per la sua presunta aggressività. La verità è che a determinarne il carattere è soprattutto l’ambiente circostante. Oltre alle interazioni abituali con l’uomo.
Nel 2023 l’Harvard Medical School ha provato che i cani sono più aggressivi in presenza di forte inquinamento da ozono (+3%), nelle giornate molto calde (+5%) e in presenza di elevate radiazioni ultraviolette (+11%). Analoghi cambiamenti si riscontrano anche nella stagione invernale. Insomma: è l’ambiente a fare nettamente la differenza, come per l’uomo.
L’ambiente influenza la chimica stessa del sistema nervoso dei cani. Come ha spiegato Clas Linnman, uno degli autori dello studio, ha portato l’attenzione sull’influenza che i fattori ambientali hanno sull'”asse ipotalamo-ipofisi-surrene del cervello, importante nella risposta allo stress” e sull’influenza della dopamina sull’aggressività.
Non solo rottweiler. Un’altra aggressione si è verificata il 16 febbraio ad Anguillara Sabazia: una bambina di 2 anni è stata morsa alla testa dai cani di casa dei suoi nonni. Uno dei responsabili dell’aggressione era un pastore tedesco. Ora la bambina è ricoverata in prognosi riservata e la nonna, che ha provato a proteggere la nipote, è in codice rosso all’Ospedale San Camillo.
Un’altra razza considerata problematica è quella dei pitbull. Che nel Regno Unito, lo scorso anno, sono diventati una vera e propria emergenza. Nel 2023 i molti attacchi da parte di questi cani hanno spinto il governo britannico a mettere al bando i cani di razza American Bully (pitbull statunitensi). Dallo scorso 31 dicembre è vietato vendere, abbandonare, allevare, regalare e portare a spasso senza guinzaglio e museruola un American Bully..
Non mancano all’appello i dobermann, razza creata nel 1870 per mezzo di vari incroci dall’esattore delle tasse Friedrich Louis Dobermann. Il suo obiettivo era ottenere un cane da difesa in grado di sviluppare un forte attaccamento al proprio padrone umano. Spesso additati come razza aggressiva, sono in realtà cani che emulano in tutto e per tutto il comportamento dei padroni.
Negli anni Settanta circolava la leggenda metropolitana secondo la quale “impazzissero” perché il loro cervello cresceva troppo nelle dimensioni per la loro scatola cranica. Questa credenza è stata sfatata, sebbene sia ancora ben radicata.
Aggressioni canine, cosa dice la legge
In Italia, la legge ha affrontato il problema delle aggressioni con varie normative nel tempo.
Nel 2007, un’ordinanza identificava alcune razze canine come pericolose, tra cui il pitbull. Tuttavia, nel 2009, una nuova ordinanza ha reso nulla questa lista, focalizzandosi invece sui comportamenti dei proprietari di cani, che sarebbe il vero fattore determinante dei comportamenti aggressivi.
L’attuale normativa, in vigore dal 2013, stabilisce che i proprietari sono civilmente e penalmente responsabili del comportamento dei loro cani e devono evitare comportamenti che possano sviluppare aggressività.
Non solo cani: i numeri delle aggressioni animali
In Giappone non sono i cani ad essere un problema: la vera emergenza è costituita dalle aggressioni degli orsi. Come da noi, la ricerca del cibo da parte degli orsi li porta ad avvicinarsi sempre di più ai conglomerati urbani. Nel 2023, da aprile a gennaio, sono state ben 212 le aggressioni ai danni dell’uomo.
Il governo giapponese ha provato ad affrontare l’emergenza utilizzando lupi robot, inizialmente concepiti per tenere gli animali selvatici lontani dalle fattorie ma ugualmente efficaci per tenere a bada gli orsi.
Orsi che, anche in Italia, vengono considerati un’emergenza in Trentino Alto-Adige. Dopo la vicenda dell’orsa JJ4, accusata ingiustamente di avere ucciso un jogger, il 6 febbraio scorso il presidente della Regione Maurizio Fugatti ha ordinato un altro abbattimento: quello dell’esemplare M90.
In Italia si sono sollevate molte polemiche. Fugatti, per difendersi dalle accuse di minare una specie protetta, sostiene che solo 8 orsi bruni (della specie Ursus arctos) vengono abbattuti ogni anno nella sua Regione. Vale la pena evidenziare che negli ultimi 10 anni sono stati solo 9 i casi gravi di aggressione – talvolta perpetrati più volte dagli stessi orsi – ai danni di esseri umani in Trentino.
Per quanto riguarda gli orsi c’è un problema di importazione di specie estere, più prolifiche ed aggressive, che si sono incrociate con quelle locali. Problema che riguarda anche i cinghiali e i cani: non è un caso che le razze considerate più aggressive e pericolose siano il risultato di incroci fatti ad hoc.
Insomma, il problema alla radice è sempre lo stesso: l’uomo.
Giulia Bucelli