Argentina al ballottaggio: candidati agli antipodi e dibattiti di fuoco

Argentina al ballottaggio: candidati agli antipodi e dibattiti di fuoco

Domenica 19 novembre si terrà il ballottaggio tra i due candidati principali che hanno animato le elezioni in Argentina: Sergio Massa e Javier Milei. Ecco chi sono e quali sono le ultime rilevazioni circa il probabile vincitore.

Elezioni in Argentina: Massa, il peronista moderato

Il primo contendente, Sergio Massa, 51 anni, è un politico di stampo peronista ma più moderato, rappresenta la coalizione di governo Unión por la Patria (centro-sinistra) ed è l’attuale Ministro dell’Economia del Paese.

Come riferisce anche Il Manifesto, è un candidato gradito al Fondo Monetario Internazionale, con il quale sta rinegoziando da tempo 44 miliardi di dollari di debito pubblico. Gode anche del sostegno della Casa Bianca: un fattore che potrebbe creargli problemi con gli elettori di stampo kirchnerista ma che potrebbe avvicinargli quelli di centro-destra.

A favore di massa sono anche i presidenti progressisti degli stati limitrofi (Brasile, Messico e Colombia), il Capo di Stato spagnolo Pedro Sanchez e Pepe Mujica, ex Presidente dell’Uruguai. È un tano, termine che in lunfardo indica gli argentini discendenti da emigrati italiani. Nel suo caso sono entrambi i genitori: il padre è siciliano, la madre triestina.
Si era già candidato alle Elezioni Presidenziali del 2015 con il Fronte Rinnovatore: all’epoca raccolse 5.386.965 preferenze (il 21,39% dei voti), classificandosi terzo. In una provincia, quella del Jujuy, fu il candidato più votato, con il 41,59% delle preferenze.

Elezioni in Argentina: Milei, l’ultraliberista

Javier Milei si differenzia molto dal suo contendente, salvo che per l’età. Cinquantatré anni, originario di Buenos Aires, è un politico ultraliberale, anarcocapitalista e populista legato alla coalizione La Libertad Avanza (destra).
Tra le sue promesse elettorali, quelle di abolire la Banca nazionale e vietare l’aborto. Milei ha dichiarato che un suo governo non manterrebbe relazioni – eccetto quelle commerciali – con i Paesi non rispettosi delle libertà individuali.

È porteño, tano come Massa. Un “uomo del popolo” da manuale: padre autista di autobus, madre casalinga. Nel suo curriculum, un passato di intervistatore in programmi radiofonici e televisivi, nonché di attore teatrale: nel 2018, nell’opera da lui scritta El consultorio de Milei.

Alla vigilia delle elezioni era dato per superfavorito. Alla vigilia delle Presidenziali del 22 ottobre si era detto “in condizione di vincere al primo turno”. Come abbiamo visto, però, le sue aspettative sono state disattese.

 

I risultati del primo turno

I risultati del primo turno elettorale, resi noti lo scorso 23 ottobre, hanno visto in testa Massa – e l’alleato Augustin Rossi – con 9.645.983 voti: il 36,68% delle preferenze. Invece Milei, insieme a Victoria Villarruel, ha ottenuto 7.884.336 voti, cioè il 29,98%.

Le proiezioni dopo gli ultimi dibattiti

 

Da uno degli ultimi dibattiti cui hanno preso parte i due candidati, domenica 12 novembre, è uscito in netto vantaggio Massa: apparentemente più preparato dell’avversario, ha tentato in tutti i modi di provocarlo, incalzandolo.
Sebbene Milei non abbia ceduto, comunque, è stato messo in cattiva luce, malgrado i suoi passi indietro su alcuni punti controversi del suo programma: tra gli altri, i tagli ai sussidi e la privatizzazione di sanità ed educazione.

La posta in gioco è alta: c’è ancora un 10-15% di elettori indecisi da convincere. E per il momento, i pronostici sembrano essere più favorevoli al candidato di centro-sinistra. Attendiamo l’esito delle urne di domenica.

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