Secondo turno delle elezioni francesi: come funziona il voto? Cosa sono i “triangolari” e le “desistenze”.

Secondo turno delle elezioni francesi: come funziona il voto? Cosa sono i “triangolari” e le “desistenze”.

foto andrew taylor

Il 7 luglio si terranno i ballottaggi che decideranno la composizione della l’Assemblea nazionale (la camera bassa francese). I risultati del primo turno hanno fatto registrare la vittoria dell’estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, ma la composizione del governo non è ancora scontata perché il sistema elettorale francese prevede molte possibilità.

Come funziona la legge elettorale per le elezioni legislative in Francia

L’Assemblea nazionale viene eletta con un sistema uninominale maggioritario a doppio turno. Il Paese è suddiviso in 577 distretti, o collegi uninominali, di cui 11 sono i Territori d’oltremare e i Dipartimenti d’oltremare, fuori dal territorio nazionale continentale. In ogni collegio viene eletto un solo candidato che può essere vincitore già al primo turno se ottiene il 50% più 1 dei voti espressi da almeno il 25% degli elettori iscritte alle liste.

Per la legge elettorale francese alle elezioni legislative passa chiunque superi una certa soglia di preferenze che è fissata al 12,5 sul 100% dei votanti e che si alza quando la percentuale scende, quindi più affluenza=soglia di sbarramento più bassa.

Per questo le sfide non sono solo a due, ma in alcuni collegi ci sono 3 sfidanti, i cosiddetti “triangolari”, e in altri addirittura 4.

Il 30 giugno dalle urne sono usciti 306 triangolari e 2 quadrangolari. Inizialmente il presidente Macron aveva detto che i suoi candidati non si sarebbero ritirati dalle sfide multiple, ma i diretti interessati l’hanno smentito. Alle 18 del 2 luglio, ultimo termine per le liste, si sono verificate ben 218 “desistenze”. Di queste 130 sono giunte dal Nuovo Fronte Popolare, 82 dai macronisti e dai loro alleati di Ensemble, 2 dai Républicains, 3 dal Rassemblement National e 1 delle liste indipendenti.

Si parla di desistenza quando un candidato arrivato dopo i primi due si defila dalla corsa per non togliere voti a uno dei due sfidanti che si contenderanno il seggio. I candidati di sinistra arrivati terzi si sono quasi tutti defilati (anche in virtù del gran numero di seggi ottenuti al primo turno). Anche molti dei macroniani si sono defilati. L’obiettivo di entrambi è creare un argine all’estrema destra del Rassemblement National guidato da Jordan Bardella.

Il 7 luglio ci saranno dunque 81 triangolari e 2 quadrangolari, il resto sono seggi già assegnati o sfide a due. Queste “desistenze” hanno contribuito a creare la speranza nelle opposizioni che non solo il RN non avrà la maggioranza assoluta, ma che potrebbe addirittura essere impossibile per i neo-fascisti eredi di Le Pen formare un governo.

Il primo turno

Domenica 30 giugno in Francia si è tenuto il primo turno delle elezioni legislative anticipate che il presidente Emmanuel Macron ha indetto dopo i risultati disastrosi (14%) del suo partito alle ultime Europee. Per la prima volta nella storia repubblicana d’oltralpe il partito di estrema destra di Marine Le Pen e Jordan Bardella, oggi denominato Rassemblement National (RN), è uscito in testa dal primo turno, con il 33,15% dei voti.

A contribuire alla vittoria sono state le preferenze ottenute grazie all’alleanza con Eric Ciotti, il presidente dei Repubblicani che, nonostante siano una formazione di destra, si ispira a Charles de Gaulle, il generale che ebbe come nemici proprio i nazi-fascisti e li combatté durante la Seconda Guerra Mondiale. Il partito di Marine Le Pen, invece, fu fondato da Jean-Marie Le Pen, che della Repubblica collaborazionista di Vichy (il governo fantoccio e filo-nazista installato da Hitler nella Francia meridionale tra il 1940 e il 1944) fece uno dei simboli del revanscismo della destra estrema francese. In virtù di questa contrapposizione evidente la maggior parte dei Repubblicani hanno sfiduciato Ciotti, il quale però non si è voluto dimettere.

L’unione delle forze di sinistra, chiamata Nuovo Fronte Popolare, ha altresì ottenuto un risultato storico, arrivando a sfiorare il 28% delle preferenze.

La coalizione centrista del presidente Emmanuel Macron, chiamata Ensemble, ha raccolto solo il 20,76% dei voti (comunque in crescita di 6 punti rispetto alle Europee ma non abbastanza per imporsi sugli altri due gruppi).

La composizione della nuova Assemblea Nazionale francese, dunque, sarà una complessa e difficilmente prevedibile somma di fattori che dipenderanno dalla paura per l’ascesa dell’estrema destra, dalla capacità di liberali e sinistra di allearsi, dalle scelte del presidente Macron e, ancora una volta, dall’affluenza alle urne. Sembra comunque molto difficile che con un numero così alto di desistenze il RN otterrà la maggioranza assoluta di 289 seggi.

 

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