Elezioni in Germania, tutto quello che c’è da sapere

Elezioni in Germania, tutto quello che c’è da sapere

Elezioni in Germania

I giochi delle elezioni in Germania, svoltasi ieri, sono fatti. Ecco com’è andata, tra favoriti, candidati controversi e risultati.

Elezioni in Germania, il voto di ieri

Queste elezioni in Germania si sono svolte dalle 8 alle 18 della sola giornata di domenica 23 febbraio, con i primi exit poll già a partire dalle 18.

Si è trattato di elezioni anticipate, rese necessarie da una crisi di governo a novembre 2024: inizialmente, erano previste per il 28 settembre 2025, ma a seguito della sfiducia del cancelliere Olaf Scholz si è deciso di anticiparne la data.

I motivi della crisi? Soprattutto di natura economica: una contrazione del PIL dello 0,3% e un deficit del bilancio federale che ha portato al licenziamento del Ministro federale delle Finanze Christian Lindner lo scorso 6 novembre. A questo si accompagnano le difficoltà del comparto automobilistico, con lo spettro del licenziamento di migliaia di dipendenti del Gruppo Volkswagen, vero e proprio vessillo della Germania di successo e traino dell’economia nazionale.

L’elettorato

Le elezioni hanno coinvolto 60 milioni di cittadini tedeschi maggiorenni, inclusi i residenti in Germania da almeno 3 mesi.

L’elettorato chiamato in causa è per la maggior parte di età avanzata, superiore ai 60 anni (il 42%) e in esigua parte giovane, di età inferiore ai 30 anni (il 14,4%).

La posta in gioco

Il popolo tedesco è stato chiamato ad eleggere i membri della Camera Bassa del Parlamento Tedesco, il Bundestag. In Germania il sistema elettorale è di tipo proporzionale misto.

Gli elettori hanno dovuto esprimere due preferenze: la prima (in tedesco Erststimme) per il candidato locale di uno tra i 299 collegi elettorali nazionali, la seconda (in tedesco Zweitstimme) per un partito specifico.

Il primo è un voto di carattere maggioritario, che porta all’elezione del candidato che può vantare il maggior numero di preferenze; il secondo, invece, è proporzionale, e con quest’ultimo vengono assegnati 299 seggi ai partiti e ai candidati scelti dai partiti nei 16 Stati Federali (in tedesco Länder, tra cui Berlino, che è sia un Comune che uno Stato).

In seguito a questo secondo voto si definisce quali dei candidati eletti con il primo voto entra o meno in Parlamento. Per entrare in Parlamento occorre superare una soglia di sbarramento del 5%.

Sono presenti anche seggi compensativi, il cui numero è diminuito considerevolmente dopo la riforma elettorale, riservati ai candidati eletti con il primo voto ma esclusi dal secondo.

I candidati e i sondaggi pre-elettorali

I partiti che avevano diritto a partecipare erano 41, ma solo 29 sono riusciti a raccogliere le firme necessarie per presentare candidati. I principali partiti in corsa sono: CDU/CSU (centrodestra), AfD (ultradestra), SPD (centrosinistra), Verdi, FDP, Linke (sinistra) e BSW (sinistra populista). I sondaggi favoriscono CDU/CSU (32%) e AfD (20%), seguiti da SPD (14,5%).

CDU/CSU: Friedrich Merz, candidato cancelliere, promette maggiori controlli sull’immigrazione, riduzione delle tasse e tagli sociali. Con il 30% nei sondaggi, era il favorito per la cancelleria. È favorevole a un maggiore impegno tedesco in Europa e nella guerra in Ucraina.

SPD: Olaf Scholz, in carica, è il cancelliere più impopolare dal 1990. La SPD promette aumenti salariali, pensioni garantite e investimenti, ma è in difficoltà nei sondaggi (15%).

Verdi: l’ex ministro dell’Economia Robert Habeck guida un partito che punta ancora su energie rinnovabili e sostegno all’Ucraina, ma le sue scelte sul clima hanno deluso.

AfD: la controversa candidata Alice Weidel propone la “re-migrazione” e l’uscita dalla UE. Non sarà al governo per il “cordone sanitario” degli altri partiti, ma è in crescita, con oltre il 20% nei sondaggi.

Linke: sotto la guida di Heidi Reichinnek il partito ha ritrovato slancio, puntando a un 6-7% di consensi, entrando in Parlamento.

FDP: con Christian Lindner, ex Ministro federale delle Finanze, i liberali lottano per entrare in Parlamento, con solo il 4% nei sondaggi. Minacciano l’uscita dal Bundestag.

BSW: Sarah Wagenknecht, con il suo mix di posizioni anti-immigrati e pacifismo filorusso, è sotto il 5% nei sondaggi e rischia di non entrare in Parlamento.

Le possibili coalizioni

Stando ai sondaggi, nel nuovo Bundestag potrebbe esserci dai 4 ai 7 partiti. Più partiti, naturalmente, equivalgono a un numero inferiore di seggi riservati ai grandi partiti, e renderebbero più difficile formare un governo.
L’unico partito con il quale, almeno a parole, tutti escludono di potersi alleare è Afd.

Sono 4 le possibili coalizioni di governo:

  1. Grande Coalizione tra Cdu e Spd (la più probabile).
  2. Cdu e Verdi (possibile solo con 4 partiti, ma incerta se entra la Linke).
  3. Coalizione “Kenya” (Cdu, Spd, Verdi) se ci sono 6 o 7 partiti e la Grande Coalizione non ha la maggioranza.
  4. Coalizione “Germania” (Cdu, Spd, liberali), ma richiede che i liberali superino il 5%, cosa che i sondaggi smentiscono.

Elezioni in Germania, i risultati

Il voto delle ultime ore ha prodotto i suoi risultati: a vincere, con una percentuale prossima al 30%, è stato il CDU/CSU di Friedrich Merz, grande favorito di queste elezioni 2025.

Al secondo posto il fenomeno dell’ultradestra Afd, attestatasi intorno al 20% ma quasi certamente fuori dalle coalizioni di governo, e al terzo posto l’SPD, il partito del cancelliere uscente Scholz.

I risultati sono emersi fin da subito, dai primi exit poll dopo la chiusura delle urne: prima delle Scholz aveva già ammesso la sconfitta, mentre Trump e Netanyahu si sono complimentati e rallegrati per la vittoria dei “conservatori”.

Rispetto alle precedenti elezioni del 2021, bisogna evidenziare che il partito che ha registrato la crescita maggiore è Afd, che 4 anni fa aveva ottenuto poco più del 10%.

Afd e Linke sono stati i partiti più votati dai giovani, mentre i risultati elettorali dei Verdi, partito molto forte in Germania, sono stati inferiori alle aspettative.

L’affluenza alle urne è stata imponente: superiore all’84% degli aventi diritto.

Condividi

Sullo stesso argomento