Fibrillazioni e tensioni nella maggioranza a causa del PNRR

Fibrillazioni e tensioni nella maggioranza a causa del PNRR

Se ci fosse ancora qualcuno non in grado di pronunciare la sequenza consonantica più cacofonica dell’ultimo decennio, non sarebbe così grave. Battute a parte, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (abbreviato nell’acronimo di Pnrr) è al centro del dibattito politico da quando sono stati annunciati finanziamenti a debito e a fondo perduto da parte dell’UE, nell’ambito del programma “Next generation Eu”, annunciato e approvato all’indomani della pandemia. All’Italia arriverebbero 191,5 miliardi di euro su tre voci di investimento: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Rassicurare

Nelle scorse settimane la stampa italiana (ma anche quella europea, francese in particolare) dava conto della questione legata ai ritardi nell’attuazione del Pnrr da parte del governo. In particolare mercoledì 29 marzo l’articolo di Marco Galluzzo sul ‘Corriere della Sera’ parlava di una corsa contro il tempo [1] e di alcuni progetti non realizzabili, secondo il ministro Raffaele Fitto (Affari europei, coesione e attuazione del Pnrr). Lo stesso giorno, all’indomani della relazione della Corte dei Conti, ai microfoni di David Carretta su Radio Radicale’ il ministro affermava: «Non ci sono timori nel governo: siamo consapevoli della situazione e stiamo collaborando con la Commissione Europea». E ancora: «Ci sono due questioni. La prima è quella riguardante gli obiettivi al 31 dicembre per ottenere la rata dei 19 miliardi» su cui parrebbe sia stata concordata una proroga al fine di ulteriori verifiche, ma che evidentemente per il ministro non inficia la stabilità del Governo: «sono questioni che riguardano il precedente esecutivo: ci siamo insediati ad ottobre».

La seconda è «legata al Pnrr: stiamo gestendo la situazione con la Commissione perché, se dovesse emergere l’impossibilità di realizzare progetti al 31 dicembre, cioè aventi obiettivo temporale di giugno 2026, lavoreremo per trovare una soluzione; tenendo conto che l’Italia presenterà il RePowerEU nei prossimi mesi, per cui avremo a disposizione la quota a fondo perduto assegnata senza poter utilizzare altra quota a debito». Sui conti meglio non dire nulla: «Non sono abituato a dare cifre: segnalo un rischio, prendendo atto e immaginando soluzioni alternative» [2]. Certo è che nei giorni scorsi il dibattito nel governo è stato serrato tanto che, stando alle indiscrezioni di ‘Repubblica’, vi sarebbero fosche previsioni e tetri orizzonti. Non ultima, l’ombra di Mario Draghi sul Governo e sul Colle.

Divertito stupore

Giorgia Meloni due giorni fa è a colloquio con Sergio Mattarella al Colle per un necessario punto della situazione, indiscrezioni della stampa avrebbero fornito un incontro precedentemente avvenuto con il Presidente della Repubblica e l’Ex presidente della Bce, già Primo ministro Mario Draghi. Poi la smentita. «La mattinata [del 3 aprile] si apre con la precisazione del Quirinale sulla notizia – pubblicata da Repubblica – del faccia a faccia fra Sergio Mattarella e l’ex primo ministro Draghi. La nota afferma che non è avvenuto nei giorni “realmente precedenti” al pranzo con Meloni e ribadisce che non si è parlato di Pnrr. Ma non smentisce che l’incontro ci sia stato. È infatti avvenuto il 20 marzo» [3].

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Giorgia Meloni

La nota del Quirinale dice così: «Al Quirinale si registra un divertito stupore per una ricostruzione decisamente fantasiosa fatta da diversi quotidiani sugli incontri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nei giorni scorsi. Non è vero che il Presidente abbia parlato con Mario Draghi di Pnnr, né ventiquattr’ore prima della colazione con il Presidente del Consiglio né tantomeno in giorni realmente precedenti. Né che vi sia stato, nello stesso arco di tempo, un analogo incontro con il Commissario Ue Gentiloni. Sarebbe fortemente auspicabile che, sulle iniziative del Presidente della Repubblica e sul loro significato, si facesse riferimento a quanto il Quirinale, con piena trasparenza»[4].

Tempi stretti, soldi a debito

Al netto della nota del Quirinale, va registrata la fibrillazione atriale del dibattito politico di questi giorni. Stando all’articolo di Lauria pubblicato martedì da Repubblica, Meloni avrebbe affermato che piuttosto ci sarebbe da «mettere a terra» [3] i progetti, piuttosto di non veder perdere risorse erogate. Anche se la Lega è giunta al contrattacco chiedendo di evitare di spendere una parte di soldi a debito previsti dal Pnrr.

Paolo-Gentiloni
Paolo Gentiloni

Nella faida governativa, su cui Fitto agirebbe da mediatore con la Commissione, interviene anche il commissario europeo all’economia Paolo Gentiloni, a margine dell’inaugurazione di “Pavia Capitale della cultura e dell’impresa 2023” del 4 aprile: «Bisogna essere occupanti più che preoccupati. Se noi siamo convinti che l’antidoto ad una crescita stagnante è il Pnrr è chiaro che dobbiamo lavorare tutti insieme per questo obiettivo. E anche il governo italiano è convinto di questo». Il commissario ha poi aggiunto: La commissione europea lavorerà con il governo per rendere questi programmi attuabili. So bene quali sono i rischi di ritardi ma so anche che questa è la nostra priorità. Altri obiettivi comuni devono essere il lavoro. La sfida è come riuscire ad evitare dinamiche che portano a ridurre la crescita. L’attenzione per il Pnrr è molto determinata da questo». [5]

Bruno-Tabacci
Bruno Tabacci

Rispettare il 31 dicembre 2026 e «stringere sulla capacità di spesa della macchina pubblica» è quanto sostiene invece il deputato Tabacci, in quota Partito democratico, dal momento che il «timing» con cui opera il Pnrr è «molto diverso dall’uso disinvolto che l’Italia ha fatto in questi anni dei fondi strutturali», ha dichiarato martedì al ‘Riformista’. «Mi spiace dovermi citare ma nel corso della campagna elettorale, la scorsa estate, di fronte alla miriade di promesse di tutti i partiti ho spesso ricordato che chiunque avesse vinto avrebbe avuto l’onere e l’onore di dover realizzare un solo grande compito che avrebbe impegnato di fatto l’intera legislatura: il Pnrr appunto. Sono passati cinque mesi dalla nascita del governo e mi pare importante che finalmente premier e maggioranza se ne siano resi conto». [6]

Par di capire che, ancora una volta, la trasparenza sia la grande sconosciuta del processo di attuazione e di dibattito legato al Pnrr. Sembra di assistere ad un percorso per cui, una volta discusso e stabilito un punto, si torni a dibatterlo per poi stravolgerlo e arrivare ad una conclusione completamente diversa. Una partita che il governo sta giocando a carte copertissime.

Note
[1] Marco Galluzzo, corsa contro il tempo per il Pnrr. I timori Ue: ma bene gli ultimi passi, 29 marzo 2023, «Corriere della Sera».
[2] David Carretta, Intervista al ministro Raffaele Fitto pubblicata nel corso del notiziario mattutino, 30 marzo 2023, «Radio Radicale».
[3]Emanuele Lauria, Pnrr, Meloni smentisce la Lega. “Non rinunceremo ai fondi”, 4 aprile 2023, «La Repubblica».
[4] Comunicato stampa: «Precisazioni sugli incontri del Presidente Mattarella», sito del Quirinale, 3/4/2023
[5]Redazione Ansa, Gentiloni: ‘Lavoreremo con il governo per attuare il Pnrr’, 4 aprile 2023, «Ansa.it»
[6]Aldo Torchiaro, «Pnrr a rischio. Ecco tutti gli errori fatti dal governo», 4 aprile 2023, «Il Riformista».

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