Presente in concorso nella sezione Progressive Cinema alla Festa del cinema di Roma, Fremont è un film del regista nativo dell’Iran Babak Jajali.
Le vicende narrate vedono al centro del racconto Donya, una rifugiata afghana, che da otto mesi vive negli Stati Uniti, e più precisamente a Fremont, nell’area di San Francisco. La ragazza, ancora tormentata da un passato fatto di guerre e violenza, porta costantemente il peso di colpe che in realtà non ha. Il crimine più grave che infatti si auto-imputa è quello di esser riuscita a scappare dal suo paese natale. Donya si ritrova nel corso del film a dover cambiare prospettiva e modo in cui vede la sua nuova vita negli Stati Uniti per accettarsi e riuscire a trovare una sua dimensione sociale, affettiva ed amorosa in grado di scardinare la profonda solitudine di cui soffre.
Il regista riesce a trattare i vari temi descritti con grande tatto e sensibilità. Il film si compone quasi esclusivamente di inquadrature fisse e rigorosamente composte che spesso riescono a comunicare allo spettatore i pensieri che vengono celati dalla protagonista durante i suoi lunghi e frequenti silenzi. Lo stile, inoltre, sembra seguire alcuni precetti espressionisti (visto anche l’ottimo bianco e nero e il formato 4:3 in cui l’opera è fotografata).
La scrittura è, insieme alla regia, il punto forte di questo film, in apparenza semplice ma che tratteggia una moltitudine di tematiche sullo sfondo. Oltre alla vicenda di Donya, infatti, il film tocca argomenti diversi ma complementari tra loro: si va dal capitalismo statunitense, alla difficoltà dell’ambientamento in una nazione estranea per una comunità di immigrati, passando per la difficoltà di intessere legami stabili col prossimo e la paura del futuro. Tutto ciò viene trattato en passant, senza tuttavia risultare in nessun caso banalizzato.
Anche le prove attoriali risultano convincenti e credibili. Anaita Wali Zada, interprete di Donya, regala al pubblico una grande interpretazione; i suoi occhi e la sua espressività silente comunicano con abilità tutte le sensazioni che il suo personaggio sta provando in quel difficile processo di cambiamento e maturazione che si trova a vivere. Una particolare menzione va fatta anche agli attori Gregg Turkington e Jeremy Allen White.
Fremont è un ottimo film che merita senza dubbio la visione; un racconto di solitudini che si incontrano per scongiurare un’esistenza fatta di momenti vuoti.
Sebastian Angieri