Google e Disney+ seguono Trump: via i disclaimer e le ricorrenze delle minoranze

Google e Disney+ seguono Trump: via i disclaimer e le ricorrenze delle minoranze

La mattina dell’11 febbraio, gli utenti di Google si sono trovati davanti una sorpresa: molte date importanti nel calendario erano state eliminate.

Si tratta di date legate alla celebrazione di categorie di minoranza. Sparisce ogni riferimento a Febbraio come Black History Month, mese della storia nera, o a Giugno come mese del Pride. 

Sparisce la Giornata della Memoria dal 27 gennaio, e con essa il Mese dell’Eredità Ebraica a Maggio. Anche la definizione di Novembre come Mese dell’Eredità Indigena, e quella delle date tra il 15 settembre e il 15 ottobre come Mese dell’Eredità Ispanica, sono scomparse. 

Poster del Black History Month presso l'università di Syracuse
Poster del Black History Month presso l’università di Syracuse

Nelle parole della portavoce di Google Madison Cushman Veld, questa decisione è dovuta alla necessità di rendere “sostenibile” Google Calendar per il modello da loro utilizzato. 

“Qualche anno fa, il team di Calendar ha incominciato ad aggiungere manualmente una serie sempre più larga di momenti culturali in un vasto numero di paesi in tutto il mondo. Abbiamo ricevuto feedback che alcuni altri eventi e paesi mancassero – e mantenere centinaia di momenti a livello globale, in modalità manuale e a livello consistente, non era proporzionale o sostenibile.

Così, a metà del 2024, siamo tornati a mostrare solo festività pubbliche e osservanze nazionali di timeanddate.com a livello globale, permettendo agli utenti nel mentre di aggiungere manualmente altri momenti importanti.

Si tratta di una delle tante decisioni provenienti da Big G che si ritiene siano legate alla recente ascesa di Donald Trump come Presidente degli Stati Uniti. Anche altri siti e portali hanno adeguato la loro presentazione a un governo conservatore, rimuovendo riferimenti all’inclusione e alle categorie marginalizzate. 

I disclaimer di Disney+

Uno dei più visibili è Disney+, il canale di streaming del colosso Disney. La major ha annullato tutte le sue politiche relative a quello che viene chiamato DEI, acronimo di “Diversità, Equità, Inclusione”, ovvero gli impegni per assumere e includere a lavoro in maniera non discriminatoria, ascoltando le prospettive di tutti e accogliendo tutte le realtà vissute. 

Prima dell’ultimo aggiornamento di Disney+, i film che contenevano rappresentazioni negative o stereotipate di gruppi etnici erano preceduti da un disclaimer che avvisava lo spettatore di questi contenuti. Film come Dumbo, che contiene caricature della comunità nera, o Peter Pan, in cui è presenta una ridicola “tribù” di indigeni americani, si aprivano con il seguente annuncio.

“Questo programma include raffigurazioni negative e/o maltrattamenti di persone o culture. Questi stereotipi erano errati all’epoca e lo sono ora. Anziché rimuovere questo contenuto desideriamo riconoscere il suo impatto dannoso, imparare da esso e scatenare conversazioni per creare un futuro più inclusivo assieme. La Disney si impegna a creare storie con temi di ispirazione e aspirazione che riflettano la ricca diversità dell’esperienza umana in giro per il globo”.

Il disclaimer presente adesso, molto più breve, dice solo “questo programma è presentato come creato in origine. Potrebbe contenere raffigurazioni culturali sorpassate”. 

Google Maps: il Golfo d’America e il Monte McKinley

Un altro aggiornamento più che simbolico, proveniente sempre da Google, riguarda la sua funzione Maps, che è stata adeguata a una delle più particolari misure volute dal presidente Trump. 

Si parla del Golfo del Messico, localizzato a metà tra questo e gli Stati Uniti, e chiamato così dal 1550 nei documenti dei Conquistadores di Spagna. 

Il 20 gennaio, durante la sua inaugurazione a presidente, Donald Trump ha proclamato di voler rinominare il Golfo in questione in “Golfo d’America”. “L’America”, ha proclamato nel suo discorso, “reclamerà il suo posto come nazione più grande, più potente, più rispettata della Terra, ispirando il fascino e l’ammirazione del mondo intero”. 

Mappa risalente all’inizio del diciottesimo secolo, raffigurante la “Baia del Messico”

Ed è così che, adesso, il Golfo d’America appare con tale denominazione. Non solo su Maps, il sistema affiliato a Google, ma anche sul concorrente Apple Maps. 

Al momento la manovra è estesa solamente al server americano, e non si manifesta su sistemi non americani. 

Una manovra simile riguarda il Monte McKinley, localizzato nel sud dell’Alaska e intitolato a William McKinley, venticinquesimo presidente USA. Ha portato questo nome fino al 2015, quando il presidente Barack Obama l’ha rinominato “Monte Denali” restituendogli il nome datogli dalla popolazione nativa degli Athabaskan. Sotto ordine esecutivo di Trump, la montagna tornerà a chiamarsi “Monte McKinley”: nelle sue parole, il cambio di nome è una mancanza di rispetto al compianto ex presidente. 

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