La crisi infantile e sociale in Ecuador

La crisi infantile e sociale in Ecuador

L’Ecuador sta affrontando un periodo di profonda crisi sociale a causa della presenza di gruppi armati che alimentano violenze in tutto il Paese.

L’incremento della criminalità organizzata, legato principalmente al narcotraffico e alla lotta per il controllo territoriale, ha raggiunto livelli preoccupanti. Nel 2023, il paese ha registrato uno dei tassi di omicidi più alti dell’America Latina, mentre il governo ha risposto con una militarizzazione delle forze di sicurezza, estendendo i poteri delle forze armate in ambito di sicurezza pubblica e gestione delle prigioni.

Parallelamente, la crescente disuguaglianza sociale ha contribuito a una crescente frustrazione, in particolare nelle aree rurali e tra le popolazioni indigene, che continuano a essere escluse dallo sviluppo e dalle risorse. Le politiche estrattive del governo, in particolare l’estrazione di petrolio, hanno portato a conflitti territoriali con le comunità indigene, esacerbando ulteriormente le tensioni sociali. In particolare, a maggio 2023, il decreto esecutivo 754 ha permesso alle aziende minerarie di avviare attività senza il consenso delle popolazioni indigene, scatenando scontri che hanno causato feriti e arresti.

Il governo di Guillermo Lasso, che nel maggio 2023 ha dissolto l’Assemblea Nazionale per evitare un possibile impeachment, ha adottato misure straordinarie, come la convocazione di elezioni anticipate e l’introduzione di riforme costituzionali a dicembre 2023 per rafforzare il ruolo delle forze armate nelle operazioni di sicurezza. Tuttavia, la militarizzazione della sicurezza pubblica ha sollevato preoccupazioni per possibili violazioni dei diritti umani, tra cui esecuzioni extragiudiziali e torture. Molto frequentemente a subirne le conseguenze sono le categorie sociali più fragili: infermieri, medici, bambini e insegnanti.

Secondo le ultime stime del Ministero dell’Interno dell’Ecuador, nel Paese nel 2023 sono stati registrati almeno 770 omicidi di bambini e adolescenti, con un drastico aumento del 640% rispetto ai 104 casi del 2019. Nell’anno 2023 si registra  un tasso  di mortalità infantile pari al  9,7 % per ogni 1000 bambini vivi . Nel 2023 gli omicidi  sono stati  la causa principale di decessi nei bambini e negli adolescenti con 335 morti e di giovani con 3.183 decessi. (Registro Estadístico de Defunciones Generales 2014 – 2023)

Sarayaku children © Amnesty International
Sarayaku children © Amnesty International

Negli ultimi mesi, le morti di bambini e adolescenti sono aumentate drammaticamente a causa di un aumento della criminalità in diverse parti dell’Ecuador. C’è anche un aumento del reclutamento forzato di adolescenti da parte di gruppi armati e le strutture mediche e le scuole sono sotto assedio“, ha dichiarato Garry Conille, ex Direttore regionale dell’UNICEF per l’America Latina e i Caraibi.L’interruzione dei servizi di base nelle aree controllate dai gruppi armati non solo mette più bambini a rischio di reclutamento, ma taglia anche l’accesso alla salute, all’istruzione e alla protezione per altre centinaia di migliaia di persone”, ha aggiunto.

Tra il 2018 e il 2023, 368.688 ecuadoriani sono emigrati e non sono tornati; di questi, il 37,6% aveva meno di 20 anni.

Per affrontare queste sfide, l’UNICEF sta supportando il Governo dell’Ecuador nello sviluppo di una strategia completa di prevenzione della violenza e sta lavorando con le comunità vulnerabili per creare ambienti dove i bambini siano protetti. In collaborazione con il Ministero dell’Istruzione Pubblica, l’UNICEF sta anche rafforzando il piano nazionale per costruire scuole e comunità sicure. Ciò include la generazione di dati e programmi focalizzati sulla prevenzione minorile, la salute mentale e il supporto psicologico. Attraverso il lavoro sul campo e all’interno di spazi sicuri, gli operatori umanitari hanno raccolto intuizioni sui temi ricorrenti che i bambini esprimono: spesso si sentono insicuri nelle loro comunità dove la violenza è diventata la norma.

Il reclutamento che coinvolge bambini e adolescenti (spiega Giacomo Colarullo, portavoce Unicef) è intrinsecamente forzato, spesso minacciato, costretto o manipolato da questi gruppi, che prendono di mira i più vulnerabili. Questi bambini sono vittime di gravi violazioni dei diritti umani, sottoposti ad abusi e sfruttamento. I gruppi armati li utilizzano per i compiti più pericolosi e qualsiasi fallimento nel rispettarli spesso si traduce in punizioni repressive. I fattori che contribuiscono a facilitare il reclutamento forzato di bambini e gli adolescenti in Ecuador vanno individuati nella mancanza di servizi sociali, nell’assenza di opportunità di sviluppo e nella qualità inadeguata dell’istruzione. Ma non manca l’esposizione alla violenza sessuale, domestica e sociale, il problema delle condizioni socioeconomiche vulnerabili, la fuoriuscita dal sistema educativo formale, l’abuso di sostanze, tra cui alcol e altre droghe e la presenza di membri della famiglia già coinvolti in attività illegali.

In specifiche aree come Esmeraldas (nord del paese, vicino al confine con la Colombia), Lago Agrio (provincia di Sucumbíos, nella regione occidentale dell’Amazzonia), Manta (città costiera nella provincia di Manabí) e Chimborazo (provincia centrale dell’Ecuador), Unicef  lavora a stretto contatto con le comunità locali per stabilire ambienti protettivi. Ciò include fornire servizi di supporto, promuovere la salute mentale e la prevenzione della violenza, e responsabilizzare le comunità a proteggere i bambini e gli adolescenti. C’è da considerare che l’esposizione agli abusi fin dalla prima infanzia aumenta la probabilità di sperimentare o perpetuare l’oppressione in seguito. La normalizzazione del maltrattamento all’interno delle comunità può consolidare un ciclo di danni, aggravando ulteriormente l’impatto sulle generazioni future. Quando i bambini subiscono soprusi, spiega ancora Colarullo, la cosa più importante è garantire che si sentano al sicuro e supportati. È fondamentale sottolineare che creare un ambiente sicuro per loro è la chiave del processo di recupero. È anche importante comprendere che l’istituzionalizzazione non è la risposta giusta né l’approccio adeguato. Oltre alle attività di supporto è previsto anche un programma di recupero delle facoltà cognitive e psicologiche.

Le sfide in tema di sicurezza che il paese sta affrontando si accompagnano a un aumento della povertà a seguito della pandemia, indicando “i legami significativi tra le condizioni socioeconomiche e l’aumento del crimine“, come affermato dal Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla povertà estrema e i diritti umani, dopo la sua recente visita nel paese. Amnesty International ha osservato in diversi paesi come la militarizzazione della sicurezza pubblica per combattere il crimine organizzato sia stata collegata ad abusi che colpiscono in modo sproporzionato i settori più poveri e marginalizzati della società, favorendo l’uso della forza letale con conseguenze negative per la sicurezza pubblica in generale e portando a gravi violazioni dei diritti umani. Come riconosciuto in precedenza dal Comitato dei Diritti Umani delle Nazioni Unite, le operazioni di contrasto alla droga basate sull’uso della forza e su un approccio militarizzato hanno un effetto controproducente, aumentando i livelli di persecuzione, intimidazione e corruzione solitamente associati ai mercati di droga illecita. Complessivamente, il forte ricorso a tecniche e equipaggiamenti militarizzati non ha ridotto la distribuzione di droghe, ma ha invece minato i diritti di milioni di persone, aumentando i rischi e i danni dell’uso di queste ultime.

Sarayaku children © Amnesty International
Sarayaku children © Amnesty International

Le forze di polizia, anche se in via eccezionale svolte dalle forze armate, dovrebbero basarsi sul principio di non usare la forza se non è strettamente necessario e proporzionato a uno scopo legittimo di applicazione della legge, in conformità con il diritto internazionale e gli standard. È importante sottolineare che l’Ecuador ha ratificato la Convenzione sui Diritti dell’Infanzia (CRC) nel 1990, impegnandosi a proteggere i diritti dei bambini. Inoltre, ha ratificato entrambi i Protocolli opzionali della CRC ovvero il Protocollo sulla vendita di bambini, la prostituzione infantile e la pornografia infantile, ratificato nel 2002, per combattere lo sfruttamento sessuale dei minori e il Protocollo sul coinvolgimento dei bambini nei conflitti armati, ratificato nel 2002, per prevenire il reclutamento dei bambini nei conflitti armati.

In questo contesto il rispetto dei protocolli è ostacolato da insufficienti risorse finanziarie e umane per applicare le leggi dalla crescente violenza e criminalità organizzata che mettono a rischio i minori, soprattutto nelle aree più povere e da sempre più frequenti disuguaglianze sociali che lasciano molti bambini senza accesso all’istruzione e alla protezione necessaria. In questo contesto l’Ecuador ha fatto progressi normativi e collaborativi per garantire i diritti dei bambini come l’attuazione del Codice dell’infanzia e dell’adolescenza che definisce diritti fondamentali e prevede la protezione contro lo sfruttamento minorile e la violenza e l’implementazione di piani nazionali per migliorare l’accesso all’istruzione, alla salute e alla protezione sociale. Il paese deve però ancora affrontare sfide strutturali e sistemiche per attuare pienamente i protocolli internazionali.

 

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