Londra, primo summit internazionale sull’AI

Londra, primo summit internazionale sull’AI

Intelligenza artificiale” non è solo la parola dell’anno secondo il Collins Dictionary: è anche il tema portante di un summit internazionale, AI Safety Summit, che ha avuto luogo a Londra l’1-2 novembre.
Al vertice hanno partecipato figure politiche di spicco e imprenditori del settore, tra le quali la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e l’imprenditore Elon Musk, co-fondatore di OpenAI, la società che ha creato ChatGPT.

È la prima volta che un evento sull’intelligenza artificiale ha una simile rilevanza internazionale e coinvolge tante figure del mondo politico.

L’evento

Bletchley Park, 80 chilometri da Londra. Mercoledì 1 novembre si apre il primo AI Safety Summit, un incontro tra politica e imprenditori del settore dell’intelligenza artificiale volto a discutere le eventuali prospettive, le criticità e le eventuali norme per regolamentare l’utilizzo dell’AI.
La scelta del luogo non è stata casuale: qui, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu decriptato il codice nazista ottenuto con la macchina Enigma e la cifratrice di Lorenz. Un’impresa che fu possibile solo grazie alla tecnologia.
Al vertice internazionale hanno preso parte figure eminenti del mondo della politica europea, come Ursula Von Der Leyen, e internazionale, come la vicepresidente degli USA Kamala Harris.
Gli unici capi di governo a partecipare sono stati la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni e il Primo Ministro inglese Rishi Sunak. C’erano anche re Carlo III (da remoto), il vice-ministro della Scienza e della tecnologia cinese Wu Zhaohui e altri politici specializzati nel settore.
La politica si è così confrontata con gli esponenti delle maggiori aziende che al momento stanno investendo nello sviluppo di AI: Elon Musk, Sam Altman (OpenAI), Mustafa Suleyman (DeepMind) e Nick Clegg (Meta Platforms).

 

L’accordo

Il vertice si è inaugurato con la firma di un importante accordo, il primo di questo genere: la Dichiarazione di Bletchley sull’AI, siglata dall’Unione Europea insieme a 28 nazioni di tutto il mondo, tra le quali Stati Uniti, Cina, Brasile, India, Nigeria e Arabia Saudita.
L’accordo mira a promuovere una comprensione comune dei potenziali rischi legati all’intelligenza artificiale avanzata, nonché all’impegno da parte di tutti per assicurare un sicuro sviluppo e una sicura implementazione di tale tecnologia.
Queste le dichiarazioni del governo britannico: “I paesi che hanno aderito all’accordo riconoscono che esistono rischi significativi legati a un possibile uso intenzionale improprio dell’IA. Tra le preoccupazioni emerse ci sono questioni legate alla sicurezza informatica, biotecnologia, disinformazione, pregiudizi e rischi per la privacy.

La dichiarazione evidenzia il “potenziale di danni gravi, persino catastrofici, sia deliberati che non intenzionali, derivanti dalle capacità più rilevanti” dei modelli di AI. Per questo motivo, le nazioni coinvolte si sono impegnate a promuovere “trasparenza e responsabilità tra gli sviluppatori di IA avanzata, in particolare riguardo alla misurazione, monitoraggio e mitigazione delle capacità dannose”.

La necessità di una normativa chiara: le parole del ministro Urso

Sulla necessità di norme ben chiare sull’AI sono tutti concordi all’unanimità: anche il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso. Ecco le sue parole alla riunione con i ministri del G7: “Per governare il fenomeno dell’AI occorre prevedere, come ha fatto il presidente USA Biden e come sta avvenendo in ambito UE, normative vincolanti sui sistemi complessi che assicurino un’adeguata analisi preventiva dei rischi e di possibili attività di mitigazione, l’individuazione delle responsabilità degli attori coinvolti, il rispetto della proprietà intellettuale e della privacy“.

AI, i rischi: il monito di Elon Musk

La posta in gioco, secondo qualcuno, è considerevolmente più alta di quanto oggi sia possibile immaginare. È noto che Elon Musk sia uno dei più preoccupati circa le possibili conseguenze negative dell’implementamento dell’intelligenza artificiale.
Nel suo intervento al summit si è mantenuto coerente con la sua linea di pensiero. Ha definito l’AI “una delle più grandi minacce per l’umanità” e ha portato l’attenzione sull’importanza di avvalersi di un “arbitro indipendente che possa osservare ciò che le aziende di intelligenza artificiale stanno facendo e dare l’allarme in caso di preoccupazioni“.

Queste le parole dell’imprenditore: “Stiamo di fronte alla forza più distruttiva della storia. Arriverà un punto in cui non sarà più necessario lavorare, nel senso che potrai lavorare solo per soddisfazione personale, ma l’intelligenza artificiale farà tutto. La vera sfida del futuro? “Trovare un significato nella vita”.

Le conclusioni

Il vertice si è concluso con la soddisfazione di tutti e con l’elaborazione di un’agenda digitale incentrata sull’identificazione dei rischi per la sicurezza, sulla costruzione di una comprensione scientifica comune, sull’elaborazione di politiche comuni basate sul rischio e differenti a seconda dei contesti nazionali. Tutto questo con maggiore trasparenza, validi parametri di valutazione e test di sicurezza.

Giorgia Meloni ha annunciato che, durante il G7, a Roma si terrà una conferenza internazionale su Intelligenza Artificiale e lavoro “alla quale vorremmo partecipassero studiosi, manager ed esperti di tutto il mondo che avranno l’opportunità di discutere metodi, iniziative e linee guida per garantire che l’AI aiuti e non sostituisca chi lavora, migliorandone invece le condizioni e le prospettive“. A suo dire, la ricetta vincente sarebbe “fare in modo che l’IA sia incentrata sull’uomo e controllata dall’uomo”.

Lo spettro di un’intelligenza creata dall’uomo ma destinata a spazzarlo via è sempre in agguato.

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