In concorso nella sezione Progressive cinema alla Festa del cinema di Roma, Mi fanno male i capelli è il nuovo film della regista Roberta Torre. La pellicola rappresenta un originale omaggio ad una delle più grandi dive della storia del cinema italiano: Monica Vitti.
La narrazione vede al centro Monica, una donna affetta da una condizione patologica che pian piano le sta portando via tutti i ricordi, e Edoardo, il marito che la accudisce amorevolmente ma che è anche costretto ad affrontare i gravi problemi economici che lo affliggono. Durante la degenerazione della malattia, che avanza col passare dei minuti, la protagonista sviluppa una sorta di identificazione con i ruoli svolti da Monica Vitti nelle pellicole che l’hanno resa celebre (è possibile riconoscere, durante la visione dell’opera, spezzoni e sequenze tratte dai film di Antonioni e di Sordi). Questa identificazione la porta a rivivere e reinterpretare i dialoghi di quegli stessi film col marito, creando di fatto una sequela di nuovi ricordi che hanno in comune con i vecchi l’uomo amato, seppur ogni volta in un ruolo differente. In questo vortice onirico fatto di cinema e memoria, infatti, il marito ha una valenza bivalente: l’approdo sicuro nei rari momenti di lucidità e il compagno pronto a vivere le mille vite di Monica vitti. L’ultima sezione del film, che conduce al finale, vede ormai ridotta a zero la presenza del marito nei deliri di Monica ed è guidata proprio dall’estremo aggravarsi della malattia e dalla dissociazione completa con la realtà.
L’intero film si basa sull’ibridazione tra memoria e finzione cinematografica, che viene resa artisticamente dall’alternarsi di spezzoni tratti dai film della grande attrice, di loro versioni reinterpretate nella finzione dai due coniugi e dalla dimensione del reale (la vicenda è ambientata quasi interamente in una villa in riva al mare, probabilmente vicino Roma). Il costante passaggio tra i vari piani del racconto è gestito bene dalla regista e viene supportato anche grazie al buon montaggio. Non si ha in nessun momento la sensazione di una cesura netta nel racconto e anche i vari spostamenti tra un piano e l’altro sono sempre realizzati in modo convincente.
Dal punto di vista della narrazione, a mio avviso croce e delizia, del film siamo davanti ad un giudizio bipolare: se da una parte è, infatti, innegabile che il film sia un omaggio ben riuscito a Monica Vitti, dall’altra non si può tacere l’inconsistenza della sottotrama parallela legata alle vicende del marito, che in questo modo risulta solo un modo per aggiungere minutaggio al film. Inconsistenza dovuta ad una profonda mancanza di approfondimento: la regista sembra voglia sottolineare che la finzione in cui si ritira Monica possa giovare anche a Edoardo, ma questo viene fatto in un modo talmente sbrigativo e approssimativo che non aggiunge alcun valore.
La coppia è interpretata da due attori celebri nel panorama del cinema italiano: Alba Rohrwacher e Filippo Timi. Il secondo svolge il ruolo del marito amorevole ma tormentato decentemente mentre la prima regala al pubblico una grande interpretazione, carica di sensibilità e trasporto emotivo. L’atteggiamento di totale e continua estraneità è reso alla grande dall’attrice toscana.
Nel complesso Mi fanno male i capelli è un sentitissimo e ben realizzato omaggio a Monica Vitti che merita senza dubbio la visione ma che soffre di una sorta di negligenza narrativa.
Sebastian Angieri