Oggi Atlas mantiene il proprio focus sull’Ucraina, ma distoglie parzialmente l’attenzione dalle vicende belliche, per occuparsi degli equilibri interni al sistema di potere che fa capo al presidente Volodymyr Zelensky. Nella giornata di ieri abbiamo assistito a un’ondata di licenziamenti senza precedenti tra dipendenti ministeriali, ma anche tra le cariche apicali del governo centrale e di quelli regionali. A mettere in atto questo processo sono state delle pesanti accuse di corruzione diffuse dalla stampa, divenute alla lunga insostenibili per il governo.
Nei giorni scorsi già altri alti carichi avevano rassegnato le proprie dimissioni, altrettanto ha fatto ieri il vice capo del gabinetto presidenziale Kyrylo Tymoshenko, tra gli uomini più potenti del paese e strettamente legato al presidente; allo stesso modo si sono dimessi o sono stati rimossi ben cinque governatori regionali. Un bufera che coinvolge numerosi altri vertici dell’amministrazione di Kiev e che ha trovato fino ad ora il proprio apice nell’arresto del vice-ministro delle infrastrutture Vasyl Lozynskiy, accusato di aver intascato mazzette per oltre 400.000 euro sulla fornitura di generatori di corrente.
Secondo l’Istituto Kiel, dall’inizio del conflitto, sono giunti in Ucraina 108 miliardi di dollari di aiuti, corrispondenti a circa la metà del PIL ucraino prima dell’inizio della guerra. Queste risorse, fondamentali per la resistenza ucraina, sono oggi nel mirino degli inquirenti ucraini in materia di anticorruzione.
A cura di Sabato Angieri
Regia di Ciro Colonna