A un anno dall’ingresso dei carri armati russi in territorio ucraino, ancora non si vedono spiragli di pace. Oggi Atlas sceglie di dare la parola a quattro reporter italiani che hanno contribuito a coprire questi primi dodici mesi di conflitto. Greta Cristini, analista di Limes, annota come nessuna delle forze in campo stia avendo la meglio sull’altra. “La posta in gioco”, appunta Cristini, “è tanto il confine tra i blocchi rappresentati dalla Nato da un lato e dalla Russia dall’altro, quanto la relazione tra Russia e Cina”. Andrea Sceresini, giornalista freelance che segue questo conflitto ormai dal 2014, riassume l’assurdità della guerra in un anneddoto: racconta di un contadino che, intervistato, ha detto che se gli abitanti del paese avversario sono in prevalenza contadini non possono essere delle cattive persone. Il fotografo Alfredo Bosco racconta di come sia partito senza aver alcun incarico, nel momento in cui è iniziato il conflitto. “Ogni mese ha stravolto le previsioni del precedente” – racconta Bosco – “e temo che questo possa essere il primo anniversario ma non certo l’ultimo.” Riccardo Coletti, giornalista freelance che ha seguito il conflitto fin dalle primissime battute, racconta il cambio di ritmo che si è determinato con l’assedio di Mariupol. Dopo i primi tempi di estrema convulsione, si è passati alla consapevolezza della lunga gittata del conflitto.
A cura di Sabato Angieri
Regia di Ciro Colonna