Il presidente degli Stati Uniti ha approvato la fornitura di bombe a grappolo all’Ucraina. L’iniziativa si inserisce tra le preoccupazioni per il ritardo della controffensiva di Kiev contro le truppe russe e la diminuzione delle scorte di artiglieria tradizionale da parte dei paesi europei che sostengono l’Ucraina nel conflitto in corso. Si tratta di una delle armi più letali per le popolazioni civili e una convenzione internazionale firmata da più di 120 paesi ne vieta l’uso, definito come disumano e indiscriminato. In gran parte questa definizione dipende dall’alto tasso di fallimento di questo tipo di arma, dal pericolo che il suo uso costituisce anche per le “truppe amiche”, per la presenza di ordigni inesplosi che anche per decenni risultano letali per chi vi si imbatte. USA, Ucraina e Russia non hanno ratificato la convenzione in oggetto e quindi formalmente non si sono posti dei limiti nel loro utilizzo. Secondo una stima statunitense che risale a più di vent’anni fa, un proiettile come quelli che l’amministrazione Biden ha deciso di fornire all’Ucraina, sparato con un cannone come quelli in dotazione all’esercito di Kiev, ha un tasso di fallimento di almeno il 6%, la qual cosa significa che almeno 4 delle 72 schegge che vengono sparate da ciascun proiettile, rimangono inesplose in un’area di 22.500 metri quadrati.
A cura di Sabato Angieri
Regia di Ciro Colonna