Scambio di prigionieri illustri tra Kiev e Mosca

Scambio di prigionieri illustri tra Kiev e Mosca

La liberazione dei 215 prigionieri di guerra ucraini da parte della Russia ha dell’incredibile. Ma Putin non voleva “denazificare” l’Ucraina? E allora come si spiega il rilascio di Denys Prokopenko, capo del reggimento Azov nell’acciaieria di Azovstal durante l’assedio russo, del suo vice Svyatoslav Palamar e il comandante della 56’ brigata marina Sergiy Volynsky? Questi personaggi, molto più degli altri, erano i simboli della guerra di Mosca e ora sono ad Ankara dove, secondo Zelensky, resteranno fino alla fine della guerra “sotto la protezione dj Erdogan”. Inoltre anche 10 combattenti della legione internazionale di Kiev sono stati rilasciati. Non erano “mercenari stranieri al soldo del regime neonazista di Kiev”? In cambio, il Cremlino ha ottenuto 55 uomini, tra i quali l’oligarca Viktor Medvedchuk (il “nemico della nazione” secondo Zelensky stesso, il simbolo delle ingerenze filo-russe in Ucraina) che Kiev avrebbe voluto processare in pompa magna. E invece, tutti a casa. Grazie anche alla mediazione della Democraticissima Arabia Saudita del principe Mohammed Bin Salman. Molti interpretano questo scambio come un possibile spiraglio diplomatico, in realtà ha tutta l’aria del più scontato opportunismo.

 

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