Tra l’acqua e la pietra, la maggioranza somiglia a un geyser

Tra l’acqua e la pietra, la maggioranza somiglia a un geyser

Forza Italia

Se il Corriere della sera definisce quasi certa la bozza della legge di bilancio, è altrettanto quasi sicuro il malcontento di Forza Italia. È uno di quei termini desueti malcontento, eppure esprime bene quello che sta succedendo all’interno della maggioranza: rimembranza dei libri di storia (specie quelli eccessivamente sintetici) delle scuole superiori in cui, quando accade qualcosa è sempre per colpa di un generico malcontento popolare e non frutto di un processo.

La condizione di mala-felicità dell’organizzazione politica del fu Cavaliere del Lavoro Silvio Berlusconi, stando alla stampa, è legata a provvedimenti e a cifre attorno alla Legge di bilancio, specie quella attorno alle pensioni minime.

Ma tant’è. Enrico Marro sul Corriere del 25 ottobre afferma chiaramente come il «governo abbia avocato sé la scrittura della manovra anche sulle pensioni, dove il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha concorso a stringere le norme per mandare un segnale di rigore alla Commissione Ue e ai mercati, agenzie di rating comprese».

Passare dalla contestazione della Commissione e della burocrazia europea all’esatto opposto pare sia la cifra con cui analizzare il governo Meloni: la rottura con l’Ue valeva solamente per varie (e vaghe) raccolte firme (chissà poi che fine avranno fatto quelle sottoscrizioni).

Resta il punto di Forza Italia e del suo malcontento, evidentemente frutto di un processo, nonché delle vicende “tra personale e politico” che orbitano attorno alla maggioranza di governo.

La vicenda personale della relazione interrottasi ex abrupto tra la Presidente del consiglio dei ministri e il giornalista Andrea Giambruno ha condizionato inevitabilmente i rapporti tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia anche a causa del medium vettore della messa in onda. Se poco più di una settimana fa [15 ottobre] Stefano Iannaccone su Domani scriveva a proposito del ministro Pichetto Fratin, ormai relegato ai margini dell’esecutivo; sul Corriere di giovedì [25 ottobre] il partito di Berlusconi sembra essersi ripreso una porzione consistente di visibilità mediatica e politica. Per Gasparri e Tajani non ci sono tensioni, né ci sarebbe alcun “caso”, così come anche La Russa parrebbe aver minimizzato le vicende sulla separazione Meloni-Giambruno, ma i dubbi che si pongono – sia pur carsicamente – a proposito della leadership di Forza Italia e del suo ruolo all’interno dell’esecutivo sono legittimi. Il video diffuso da Mediaset ha fatto sì che porzioni di maggioranza additassero l’azione di Antonio Ricci come interessata ad indebolire Meloni e il governo; altri avrebbero asserito riguardo a lotte di potere dei figli di Berlusconi. C’è poi – ma quello c’è sempre – chi grida al complotto.

Eppure il coinvolgimento di Mediaset rimane un dato – seppur inspiegabile – di fatto: dalla rete di Berlusconi viene mandato in onda un video contro una trasmissione del medesimo gruppo, per giunta chiamando direttamente in causa il compagno di Meloni. Senza che il Primo Ministro sapesse nulla, scintilla da cui è scaturita la fine della relazione. E se è vero che la pietra rimane pietra e la goccia permane nel suo status di acqua, è lampante che il video trasmesso rappresenterebbe l’apice di una lotta per l’egemonia all’interno della maggioranza, su cui ora si vorrebbe gettare la proverbiale acqua per spegnerne il fuoco conseguente.

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